...abbiamo lasciato il checkpoint al calare del sole verso le 16. I cani ed io eravamo rinfrancati dalla sosta e dallo spuntino per cui il rientro e’ stato piu’ veloce del previsto a riprova dello stato di forma del Team. Alla nostra destra, nel cielo assolutamente sgombro da nuvole ci e’ apparsa una luna cosi’ luminosa e sorridente da farci dimenticare i - 28 gradi della temperatura esterna che contribuivano a formare sia sui miei capelli ( sporgenti dal berretto ) che sul pelo dei miei cagnoni un sottile strato di ghiaccio per nulla fastidioso.
In buona compagnia di questa splendida amica che ci sovrastava in un paesaggio veramente surreale, abbiamo percorso molto agilmente gli stessi km di pista percorsi precedentemente, stando ben attento a non perdere di vista i pali segnavia ai numerosissimi bivi. Quando poi ha cominciato a fare buio siamo arrivati sulle rive del Lago ed ho acceso la lampada frontale alimentata da due batterie al litio - molto resistenti al freddo – per illuminare la pista ai miei leaders ( i due cani capomuta ).
Ad un certo punto c’erano talmente tante piste di motoslitta davanti a noi e tutte divergenti nella immensa vastita’ del lago ghiacciato, che ho sbagliato ad illuminare una pista che evidentemente non era giusta perche’ Megh continuava a spingere l’intero team dalla parte opposta. Quando procedono, i cani sentono gli odori e riconoscono al tatto un percorso gia’ battuto.
Ho capito che sbagliavo io perche’ dopo un certo tempo di questa “ sfida “ tra lei e me, ho visto in lontananza le luci del Lodge presso il quale eravamo accampati e mi sono scusato con Lei, ho taciuto ed ho lasciato che ci riportasse a casa, sani e salvi !
Una volta arrivati, ho subito dato uno snack a base di pesce bianco ai cani, li ho sbragati e sistemati nella loro “ tether line “ ( una sorta di postazione provvisioria con guinzagli e paglia per ciascun cane ) che avevo gia’ preparato in mattinata prima di partire. Dopodiche’ ho tirato fuori il “cooker “ ( il fornello ad alcool che usiamo per scaldare l’acqua ), l’ho acceso ed ho sciolto la giusta quantita’ di neve per farne acqua calda ( circa 12 litri ) sia per la pappa dei cani che per me. Mentre il fornello lavorava, ho approfittato per controllare le zampe dei cani, massaggiarli e coccolarli un po. Ho tagliato poi con l’accetta un po’ di fette di ottima carne di agnello congelata per mescolarla alle crocchette ed all’ acqua tiepida per finalmente servire la cena ai miei cani. Alcuni dei cani giovani di Martin e Bruce, non ancora abituati ad accamparsi fuori hanno esitato a mangiare sulle prime, ma una volta capito che non eravamo nel canile ma da tutt’altra parte, hanno cominciato a gradire il “ menu’ “. Io ho mangiato una porzione di risotto precotto e messo sotto vuoto, con una fetta di carne trattata come il risotto, il tutto debitamente scaldato nei loro sacchetti, nella stessa acqua che stavo preparando per i cani. Siccome poi sono un goloso di dolci ho sgranocchiato dell’ottima cioccolata con wafers e le nocciole, dura come il sasso per il freddo, ma buona comunque. Un the caldo e della bevanda a base di integratori salini – vitaminici hanno completato...la lista del Bere.
Mi sono poi montato la tenda ad igloo imprestatmi dall’amico Toni ed ho steso all’interno la stuoia di materiale espanso ed il sacco a pelo per la notte. Alle 20 abbiamo fatto una riunione consuntiva con tutti i partecipanti ( 10 mushers e 8 sno machiners ) per discutere di eventuali problemi e della futura impresa del 16 febbrario. Un’ottima occasione per conoscersi intorno ad un fuoco ed una bevanda in mano.
Alle 23 circa ho salutato ad uno ad uno tutti i cani, mentre sulle nostre teste a centinaia di km nell’atmosfera, stavano iniziando a danzare delle spettacolari Aurore Boreali di colore verde smeraldo.....questa e’ l’Alaska ragazzi, in inverno potra’ anche fare freddo ma la qualita’ dello” show in onda dal vivo “ non ha assolutamente paragoni!!!
Il mio sacco a pelo mi aspettava ansioso e cosi’ ho guadagnato velocemente l’ingresso della mia tendina per riposare anch’io dopo una giornatina ..niente male.
L’indomani mattina era invece una giornata nuvolosa, un po meno fredda ( - 18 C.) e dopo le operazioni di routine siamo andati a fare un altro percorso altrettanto spettacolare, di 30 miglia ( 48 km ). Tutto e’ andato molto bene, ci siamo complimentati gli uni con gli altri per la riuscita di questa “ Shake down Run “, ci siamo dati appuntamento ai “ Food Drops” – la consegna dei sacchi delle provviste da mandare via posta nei villaggi – del 5 febbrario, dopodiche’ siamo ripartiti alla volta di Big Lake nel pomeriggio> un abbraccio da ARARAD